Febbraio 1953
Leonardo era restio ad accettare quell’incarico.
Era stato convocato di prima mattina dall’ingegner Pagliero e quindi era dovuto arrivare a Torino la sera prima. Aveva preso il treno e dal suo piccolo paesino in provincia di Belluno il viaggio era stato davvero lungo e faticoso.
L’ingegnere lo aveva lusingato per dieci minuti buoni prima di affondare con la richiesta: “Piat, lei è l’uomo che fa per noi! So che le chiediamo un grosso sacrificio ma è un lavoro che può fare solo lei”.
Non era certo il solo a poter affrontare la costruzione di un grosso capannone nel centro di una sperduta cittadina piemontese ma l’ingegnere sapeva bene quali tasti toccare per convincere i suoi uomini: cuore, orgoglio e denaro.
“Lei Piat sa organizzare bene le cose e a Moncalvo dobbiamo fare un bel lavoro e farlo in fretta perché dovremo consegnare entro sei mesi. E poi non può pensare di fare carriera restando sempre vicino a casa. Qui c’è tutta l’Italia da ricostruire e lei deve aiutare la Ditta a diventare la numero uno.”
Per farla breve, aveva accettato, mettendo una sola condizione: Margherita, sua moglie da qualche mese, doveva seguirlo a spese della Ditta.
L’ingegnere non aveva fatto una piega, anzi. Lui desiderava che i suoi uomini di fiducia fossero tranquilli e la lontananza dalla famiglia poteva diventare un grosso problema quando le trasferte erano lunghe.
Margherita accettò di buon grado la proposta di suo marito.
Aveva 20 anni e una grande voglia di viaggiare, di conoscere nuovi posti e nuove persone e anche se Moncalvo non era Parigi pensò che la vita le stava riservando una grande opportunità.
Si erano sposati da qualche mese e Margherita adorava Leo che conosceva da quando era bambina e lui era un giovane bello e aitante di vent’anni. Due anni prima si era dichiarato e la differenza di età di dodici anni non era stata certo un ostacolo alla sua decisione di fidanzarsi prima e di sposarsi poi.
Leonardo tornò da Torino il lunedì e il sabato successivo gli sposini arrivarono a Moncalvo nella casa che la Ditta aveva loro riservato.
L’ingegnere stesso li accolse e volle per forza che andassero in un’osteria nel centro storico dove consumarono una cena tipica e durante la quale Margherita fece conoscenza (timida, a dir la verità) con la sua prima barbera.
L’indomani fecero il loro debutto ufficiale nell’avvenimento che costituiva il momento più importante, dal punto di vista sociale, della cittadina: la Messa!
Tutti gli occhi erano su di loro. Margherita era consapevole della sua bellezza e di quella di suo marito e se ne compiaceva in cuor suo.
E fu li, durante l’omelia, che per la prima volta i suoi occhi incontrarono quelli del giovanotto, semplice e tenebroso, che avrebbero sconvolto la sua tranquilla esistenza.