UN DESTINO ROSSO BARBERA (prima parte)
Era stata una giornata normale, come tante altre.
Sveglia alle cinque e nella vigna a lavorare fino a sera.
Solo con i suoi pensieri, aveva fantasticato per ore sotto il sole che bruciava le spalle.
Si era fermato a mangiare quello che sua mamma Ada gli aveva preparato nel solito fagotto: non voleva mai sapere prima quello che lo aspettava!
Si sedeva all’ombra dei noccioli poco distante dalla vigna e, come un bambino, svolgeva i panni pronto a scoprire cosa avrebbe sfamato il suo appetito smisurato.
Ada non lo deludeva mai!
Si alzava prima dell’alba e cucinava per lui, con amore e allegria, e il risultato del suo entusiasmo lo trasferiva nei suoi piatti mai banali e ripetitivi.
C’era solo una costante nel fagotto. Una piccola bottiglia con un tappo di sughero ormai consunto dall’uso ripetuto di mille giorni con la barbera di famiglia, quella preparata da suo padre con il metodo tramandato da nonno Fulvio e chissà da quante generazioni.
Un sorso di quel nettare divino lo rimetteva in pace col mondo e lo preparava al breve riposo prima di riprendere il lavoro.
(continua)