I giorni che seguirono quegli sguardi furono intensi per tutta la comunità.
Piat iniziò a selezionare il personale avventizio per i lavori di costruzione e a stringere tutti gli accordi necessari per far partire il cantiere nel più breve tempo possibile.
Margherita era impegnatissima a sistemare la sua nuova casetta e, al tempo stesso, ogni tanto, improvvisamente, si sentiva il cuore battere forte nel petto apparentemente senza motivo.
Aveva conosciuto alcune persone davvero gentili di Moncalvo che l’avevano accolta con affetto e curiosità e si erano offerte di guidarla nei primi tempi di ambientamento.
Soprattutto Ines, la giovane figlia del comandante della sta<ione dei carabinieri, era stata deliziosa.
Dopo la Messa si era avvicinata a lei, mentre il padre si intratteneva con Leo, e le aveva detto di fare pieno affidamento per qualsiasi cosa le fosse servito in quei primi giorni e li aveva invitati alla sua festa di compleanno prevista il sabato successivo.
Margherita non vedeva l’ora che arrivasse quel giorno e pensava cosa indossare, cosa regalare a Ines e a come sarebbe andata la serata.
In realtà, anche se lo negava a se stessa, sperava di rivedere il ragazzo della Messa, di sapere chi fosse, di riuscire a capire, tramite Ines, qualcosa di più: era di Moncalvo? Dove abitava? Era sposato o fidanzato?
Si vergognava di quei pensieri: lei era felicemente sposata e amava suo marito – si ripeteva.
Ma quegli occhi neri, profondi e parlanti avevano aperto una diga di emozioni dentro di lei.